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AMADDIO CAPONI, UCCISO PER LAVORO: COMMEMORAZIONE IL 17 AGOSTO AD AIGUES MORTES

 

venerdì 10 agosto 2018:

Il Sindaco Vittorio Gabbanini parteciperà alla prima commemorazione dopo 125 anni ad Aigues-Mortes il 17 agosto prossimo. Fabrizio Mandorlini e Michele Fiaschi hanno ricostruito la vicenda


 

Dopo 125 anni sarà resa giustizia alla memoria delle vittime italiane di Aigues-Mortes e a cui è stato invitato il Comune di San Miniato. Nell'elenco dei morti c'è infatti un sanminiatese, Amaddio Caponi.

"Sono andato a comunicare questa notizia nei giorni scorsi ai familiari: Marino, nipote di Amaddio ha oggi 96 anni e abita a San Miniato Basso. Non sapeva di come era stato ucciso suo nonno". - racconta il sindaco Vittorio Gabbanini che il 17 agosto sarà in Francia insieme all'assessore Gianluca Bertini per partecipare alla cerimonia di commemorazione durante la quale sarà scoperta una targa sul municipio della cittadina.

Della delegazione faranno parte anche il giornalista Fabrizio Mandorlini e il consigliere comunale Michele Fiaschi. Grazie a loro la vicenda è stata ricostruita: "siamo stati contattati attraverso degli amici comuni nell'Anpi dal giornalista Enzo Barnabà che in più di dieci anni di studio ha ricostruito le vicende dei fatti, ricostruito la vita delle vittime e promosso le iniziative di ricordo. Ci ha detto che avrebbe avuto piacere di raccontarci una storia che ci riguardava da vicino perché c'era una persona di San Miniato, e così è stato, avendo ricostruito anche la vita di Amaddio Caponi. Abbiamo quindi fatto apposite ricerche negli archivi e attraverso l'anagrafe comunale, per cercare di capire se vi erano dei parenti, fino a che non abbiamo trovato i discendenti di Caponi". Per il Sindaco Vittorio Gabbanini si tratta di rendere pubblica una doverosa verità: “dopo 125 anni da quegli eventi, la commemorazione organizzata dalla Municipalità di Aigues Mortes finalmente rende giustizia a coloro che rimasero coinvolti in quel tragico evento, lavoratori innocenti che oltre ad aver perso la vita per colpa di mani assassine, rischiavano di morire anche nella memoria delle Istituzioni e dei cittadini. Siamo riconoscenti al Sindaco Pierre Mauméjan, al Consiglio Comunale dei Bambini e dei giovani e all’Assessore Jean-Claude Campos di Aigues Mortes, che hanno organizzato questa iniziativa coinvolgendo i Comuni di origine delle vittime, per noi è un onore poter rendere omaggio ai nostri emigrati morti per difendersi da coloro che li accusavano di aver rubato il lavoro”.

Ma cosa successe tra il 16 e il 17 agosto del 1893 in Francia dove tante persone erano emigrate per lavorare nelle saline? Fu una vera e propria caccia ai lavoratori italiani.

Ho appena assistito a una scena di un’efferatezza senza precedenti e indegna di un popolo civile. Verso le due e mezza del pomeriggio, in piena piazza Saint Louis, un povero disgraziato è stato assalito da una banda di bruti ed è stato letteralmente massacrato. I forsennati lo hanno abbandonato solo dopo avergli ridotto il cranio in poltiglia”: era la cronaca dei fatti pubblicata il giorno seguente dal quotidiano “Journal du Midi”. Anche Amaddio Caponi fu pestato a sangue. Gli altri uccisi furono Bartolomeo Calori di Torino, Giovanni Bonetto di Frassino, Vittorio Caffaro di Pinerolo, Giuseppe Merlo di Centallo, Lorenzo Rolando di Altare (Savona), Carlo Tasso di Cerrina Monferrato (Alessandria), Secondo Torchio di Tiglione (Asti), Paolo Zanetti di Alzano Lombardo (Bergamo). Insieme ad essi, un centinaio di feriti. I rivoltosi si diressero alle saline Peccais, dove era concentrato il maggior numero di lavoratori italiani. Il capitano della Gendarmeria Cabley cercò di proteggere gli italiani, promettendo ai rivoltosi che li avrebbe cacciati una volta che fossero stati accompagnati alla stazione ferroviaria di Aigues-Mortes; ma durante il trasferimento alla stazione, gli italiani furono attaccati dai rivoltosi, che i gendarmi non riuscirono a contenere, venendo linciati, bastonati, affogati o colpiti da armi da fuoco. Quando la notizia del massacro arrivò in Italia, scoppiarono rivolte anti-francesi in molte città. A Roma le finestre dell'ambasciata di Francia furono oggetto di lanci di oggetti e per un pò le proteste della folla inferocita sembrarono sul punto di sfociare in aperta rivolta. La vicenda diventò una questione diplomatica e la stampa estera si schierò dalla parte degli italiani.

Ora dopo 125 anni dall’accaduto, durante questa che è la prima commemorazione in assoluto, verrà collocata una lapide ricordo alla presenza delle amministrazioni comunali delle vittime.

La ricostruzione dei fatti e la storia delle vittime si deve al giornalista Enzo Barnabà autore del libro “Morte agli italiani! Il massacro di Aigues-Mortes 1893”.  Amaddio Caponi era nato a San Miniato da Gioacchino,  agricoltore, e Marabotti Luisa, contadina, ed era sposato con Vittoria Pasqualetti.

Comune di San Miniato

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